MONTEVERDI MARITTIMO
La storia di Monteverdi inizia nel 754 con la fondazione della Badia di San Pietro a Palazzolo da parte dei monaci benedettini guidati dal longobardo San Walfredo, le cui spoglie sono conservate nella cappella dell’Oratorio del Santissimo Sacramento costruita nel 1751.
Assoggettato da Firenze e dalla Signoria di Piombino, sottomesso dai Fiorentini nel 1472 in occasione della conquista di Volterra, il borgo fu invaso sino al 1814 dalle truppe di Napoleone Bonaparte, per poi, nel 1815, rientrare a far parte del Granducato di Toscana.
All’interno del borgo, di origine medievale, la Chiesa di Sant’Andrea Apostolo conserva in alcune parti la struttura originaria e soprattutto un Crocifisso nero scolpito nel ‘600 da Cosimo Daddi.
Monteverdi si trova a pochi chilometri dalla Riserva Naturale di Monterufoli-Caselli, meta di appassionati di trekking e cicloturismo grazie ai sentieri che attraversano boschi di macchia mediterranea e corsi d’acqua.
Meritevole di visita l’antico borgo di Canneto, circondato da una cinta muraria.
Tra le manifestazioni, ogni primo maggio, la tradizionale Festa dei Maggerini, che trae le proprie origini dai riti propiziatori di matrice pagana celebrati per assicurarsi la prosperità dei raccolti.
Monastero benedettino di San Pietro in Palazzuolo
La fondazione del monastero benedettino risale al 754 ed è legata alla figura del nobile longobardo figlio del gastaldo di Pisa Ratgauso Ratchausi, Wilfrido (San Walfredo), ritenuto capostipite dei conti della Gherardesca.
Venne costruito nel sito di Palazzuolo dove si trovava una villa romana e un tempietto della dea Bellona; non è certo se all’insediamento romano seguì un insediamento longobardo, come farebbe intendere il nome Palatiolum, ma la cornice marmorea con nodo longobardo in bassorilievo che venne ritrovata in questa località apparteneva quasi sicuramente al monastero di San Pietro.
Nell’XI secolo il monastero acquistò notevole importanza: nel 1179 circa fu spostato nell’attuale sito di Poggio Badia dove si vedono ancora le rovine; nel 1298 divenne vallombrosano, in seguito nel 1561 fu abbandonato quando si richiese il trasferimento dei monaci dentro il castello di Monteverdi, a condizione che si mantenesse il titolo di San Pietro.
L’interno era formato da una sola grande navata terminante in un’unica abside, la facciata e la copertura sono scomparse, mentre rimangono parti del fianco sinistro e del transetto; il paramento murario è in conci di alberese, perfettamente tagliati e commessi, che sul piano destro si alternano in bicromia a fasce di laterizio.
(foto in copertina di Giovanni Cantone)