GUARDISTALLO
Il territorio era già abitato tra il 3000 ed il 2000 a.C. come dimostrano le tombe rinvenute nei primi anni del novecento; il toponimo Guardistallo compare la prima volta nel 1144 e deriva dalle parole germaniche warda e stall con il probabile significato di “luogo di guardia”.
Il borgo, sorto intorno al castello della Gherardesca, vide nel 1406 il passaggio di dominio dalla Repubblica di Pisa a Firenze e quindi al Granducato di Toscana; dopo la riforma agraria leopoldina (XVIII secolo) si affermò una nuova classe di facoltosi proprietari terrieri come i Marchionneschi che costruirono nel 1870 Villa Elena, e qualche anno dopo il teatro nel quale ancora oggi si svolgono numerosi spettacoli, specialmente nella stagione estiva.
Di particolare interesse le Chiese dei Santi Lorenzo e Agata e della Madonna del Carmine, il Monastero di Nostra Signora di Valserena.
Guardistallo è anche il paese dei mille presepi, allestiti nel borgo antico dagli abitanti e dagli alunni delle scuole nel periodo natalizio.
All’olio extra vergine d’oliva è dedicata in primavera la Sagra della Crogiantina.
Convento di Valserena
Valserena è un monastero di monache contemplative, appartenenti all’Ordine Cistercense della Stretta Osservanza, fondato nel 1968 dalla comunità di Vitorchiano tra i boschi e gli olivi della Val di Cecina.
Al suo interno è seguita la regola di San Benedetto secondo la spiritualità di Citeaux: una vita semplice e fraterna fatta di lavoro, preghiera e lettura, contrassegnata dalla ricerca di Dio nella verità di un’esistenza totalmente offerta.
Il lavoro agricolo rappresenta una caratteristica dell’ordine; comprende la semina dei campi a grano, la cura degli ettari di bosco per la legna, la coltivazione di un frutteto e di una piccola vigna, la potatura e concimatura di numerose piante di olivi da cui ogni anno si raccoglie a sufficienza per il consumo della casa e per la vendita.
Altre attività artigianali riguardano la fabbricazione di creme secondo antiche ricette aggiornate e migliorate, ma sempre mantenute nella loro autenticità impreziosita dall’uso di essenze naturali tratte dai campi e dal bosco.
Tra gli altri prodotti del convento: il liquore nocino, grazie ad una ricetta sperimentata da anni; oggetti religiosi come croci, icone, rosari, fabbricati in un piccolo laboratorio.